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Convegno catechistico diocesano – Accompagnare gli adolescenti alla fede

Si è svolto domenica 18 febbraio presso il Centro Pastorale diocesano il Convegno catechistico dal tema “Accompagnare gli adolescenti alla fede: un percorso di sincerità e realismo”.

Grande la partecipazione di catechisti ed educatori, segno di una Chiesa in cammino che vuole accogliere, con coraggio e speranza, le sfide di questo tempo.

“Dobbiamo avere la capacità di individuare percorsi dove gli altri vedono soltanto dei muri, riconoscere possibilità dove altri vedono pericoli, valorizzare e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani. – ha sottolineato il Vescovo Michele nel suo saluto iniziale – “Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere considerato terra sacra, portatore dei semi di vita divina. […] In questi tempi lo Spirito Santo ci spinge ad avviare nuovi processi, a dare inizio ad una nuova stagione nella Chiesa, con il coraggio di intraprendere nuove strade con audacia.”

Suor Anastasia, direttrice dell’Ufficio Catechistico, ha invece spiegato come l’impegno della nostra diocesi sul fronte del rinnovamento della catechesi sia stato stimolato negli ultimi anni dal cammino sinodale che stiamo vivendo in comunione con la Chiesa universale.

Densi di contenuti e ricchi di spunti di riflessione gli interventi dei due relatori, don Gustavo Fabian Cavagnari, Prof. Ordinario di Teologia Pastorale Giovanile speciale presso l’Università Pontificia Salesiana e Alessia Verrocchi, Docente di religione e Referente d’Istituto per il bullismo e il cyberbullismo presso l’I.S.S. “Ovidio” di Sulmona.

“Il percorso da intraprendere con gli adolescenti ha bisogno di sincerità e realismo. C’è un certo affanno intorno alla testimonianza-consegna della fede, qualcosa che rende poco liberante l’annuncio del vangelo per le nuove generazioni. […] La comunità cristiana non può accontentarsi di una fede devozionale, timorosa, omologata, avulsa nei propri giovani. Tanto meno non può proporla come fondamento per una vita buona secondo il Vangelo. La fede è questione di incontro, di dialogo, di spiazzamento, di ardimento, anche di lotta, se necessario. La strada è da intraprendere insieme; imparando insieme che è in questo confronto che si trova il senso del credere e dell’amare secondo il vangelo”: con queste parole, tratte dalla presentazione del Progetto “Seme diVento” promosso dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, don Gustavo ha aperto il suo intervento, diviso in due parti.

Nella prima ha provato ad offrire ai presenti una “fotografia” dell’adolescente. L’adolescenza non offre un identikit universale né omogeneo, ma abbiamo la certezza che questa età sia un tempo di sfide e che alcuni tratti o eventi epocali che stiamo affrontando hanno un impatto innegabile sugli stili di vita dei giovani d’oggi. Don Gustavo ha spiegato poi come sia necessario liberarsi da alcuni “sguardi”: quello “ottimistico o ingenuo”, che vede i giovani come “immuni” da sentimenti o pensieri negativi, quello “insensibilizzante”, che li vede solo come gli adulti del futuro, dimenticandosi del loro presente e quello “messianico”, che vede gli adolescenti come coloro che domani risolveranno i problemi degli adulti di oggi, caricandoli già da ora di pesi che non riescono a portare.

Infine ha illustrato un “decalogo” di indirizzi e suggerimenti per individuare in ogni comunità quale sia lo stile migliore da adottare nell’evangelizzazione degli adolescenti:

  1. Un annuncio kergmatico che invita alla sequela
  2. Una struttura mentale ospitale
  3. Un itinerario partecipato
  4. Una formazione personalizzata
  5. Una proposta collegata
  6. Un itinerario mistagogico e, per questo, esplorativo
  7. Una pedagogia “sensibile”
  8. Un accompagnamento vocazionale
  9. Un adulto “traghettatore”
  10. Un leader “connettivo”

Tra i due interventi dei relatori è stata inserita la testimonianza di tre quindicenni di Pratola Peligna, Maurizio, Antonio e Lucia, che hanno raccontato la loro esperienza all’interno del Gruppo Giovani “Carlo Acutis”, fatta di preghiera, condivisione e di esperienze concrete di aiuto al prossimo.

Interessante anche la relazione della prof. Verrocchi, che ha mostrato i risultati di un’indagine sull’uso dei social e il cyberbullismo, svolta prendendo come campione più di 900 studenti degli Istituti della nostra diocesi. Quei “numeri” riportati su grafici e tabelle, ha sottolineato, sono persone, nascondono storie di vita, devono scuotere la nostra coscienza e tenere alta l’attenzione su queste tematiche che sono sempre più diffuse.

Il convegno si è concluso con un momento di preghiera durante il quale i presenti hanno accolto la Croce della Pace dei Giovani. Nata in seguito all’incontro dei giovani a Collemaggio (L’Aquila) lo scorso 28 agosto per celebrare l’anno della Misericordia, la Croce sta attraversando tutta la Regione Ecclesiastica e resterà nella nostra diocesi fino al 3 marzo. “Siamo felici di poter ospitare per due settimane la Croce della Pace dei Giovani”, ha affermato il vescovo, “c’è bisogno di sensibilizzare i giovani alla pace per ripartire dalle relazioni in famiglia, tra gli amici, a scuola”.